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lunedì 21 giugno 2010

Mentre piove...




Sotto le coperte mentre fuori tuona forte.
Mi rannicchio abbracciando me stessa in cerca di un po’ di tepore,
le mani incrociate sui seni, le gambe piegate.
Una mano sfiora inconsapevole un capezzolo, indipendente dalla mia volontà.
Si inturgidisce forse per la temperatura, forse per la mia stessa carezza.
Lo stringo tra le dita procurandomi un primo brivido ma stavolta non è il freddo.
Comincio a sentire un leggero tepore che sale dal mio ventre,
la mano continua la sua esplorazione, ne accarezza la pelle morbida e piena mentre l’altra ora scende sull’ombelico, la punta delle dita si insinua tra la peluria e trova il mio fiore umido che si apre, sboccia, regalandomi i primi sospiri coperti dal rumore della pioggia.
Un dito si ferma sul bottone di carne, lo sfrega dolcemente mentre l’altra mano non si è staccata dal seno, ne palpa la consistenza delicatamente, poi più decisamente stringe il capezzolo...
Penso a te, al tuo viso sulla mia fessura gocciolante, alla tua lingua che l’accarezza lentamente mentre mi parli piano... alla tua voce dolce...a quella tenera fossetta sulla guancia sprofondata tra le mie cosce, ai tuoi lunghi capelli lisci e scuri che mi accarezzano il ventre...
Un brivido più forte, come una scossa elettrica che mi avvampa, le gambe fremono e sussultano, la mia schiena si inarca e la mia gola stride.
Fammi sognare, soltanto sognare di te...



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sabato 12 giugno 2010

IN TRENO




Treno intercity... nello scompartimento vuoto solo i nostri due posti sono prenotati. Tu di fronte a me, vicino al finestrino. Quando entro non ci sei, noto solo la tua giacca di pelle appoggiata sul sedile. Poi ti vedo entrare... Pantaloni larghi, felpa, occhiali neri che ti nascondono un po', capelli scuri tagliati corti e un filo di barba. Avrai 30-35 anni? Ti siedi di fronte a me, le nostre gambe si sfiorano ed inizialmente mi infastidisco un po'... ma con tutti i posti liberi, proprio qui? Ora mi sposto... ora mi alzo...

Poi mi lascio distrarre dal mio telefonino, mando sms con il ragazzo che ho visto ieri sera... lui mi chiama, esco un attimo nel corridoio e quando rientro ti trovo che stai toccando qualcosa che ho lasciato sul mio sedile... ma cosa?? La mia conversazione telefonica continua, forse capisci che parlo con un uomo. Dato che ho lasciato la mia sciarpa nella sua macchina e che la sua donna è gelosissima, ci stiamo accordando su come riprenderla. Al mio prossimo ritorno sarà alla stazione con la sciarpa.
Lui al telefono mi risponde, citando l'Otello: - Ah il fazzoletto! Si, dico io, ad alta voce, come il fazzoletto, ma non voglio fare la fine di Desdemona!
E tu, avrai capito di cosa sto parlando? Sono ancora eccitata dalla serata di ieri per accorgermi subito di te, te che da sotto gli occhiali scuri mi guardi... e non riesci a trovare un posto per le tue gambe.

Mi metto a leggere il giornale ma non posso fare a meno di notare che pian piano ti sfili le scarpe da ginnastica, prima sollevi le gambe e le appoggi sui sedili accanto a te. Mi rituffo nella lettura e quando sollevo di nuovo lo sguardo ti trovo sdraiato sui sedili di fronte a me, completamente rilassato, un braccio sotto la testa, una gamba piegata sotto il bacino che è leggermente sollevato e la tua felpa... la tua felpa che è troppo corta e lascia scoperto il tuo ventre, l'ombelico. Fai un tentativo con la mano di tirartela più giù, ma un attimo dopo, mentre riposizioni il braccio sotto la tua testa, ti riscopri nuovamente. I pantaloni a vita bassa ti lasciano scoperto ancor più, vedo le ossa del tuo bacino, quella zona deliziosa tra l' ombelico e il pube, i tuoi peli scuri... non posso fare a meno di guardarti. Dietro i tuoi occhiali da sole, vedo i tuoi occhi chiusi che si muovono... allora non stai ancora dormendo... mentre il tuo addome si muove su e giù in un respiro rilassato. Non posso credere che stai già dormendo, in quella posizione, così beatamente rilasciato come se ti offrissi a me. Non riesco a distogliere lo sguardo da quella striscia di pelle, mi metto gli occhiali da sole anch'io, e se aprissi gli occhi improvvisamente, se mi vedessi?
Ecco... pure le gallerie... la tentazione è irresistibile... alzarmi e toccarti proprio lì, accarezzare i tuoi peli, insinuare le dita sotto la linea della cintura... i pantaloni sono larghi e forse potrei infilare anche tutta la mano. Oddio ma cosa mi viene in mente... Solo 50 minuti di viaggio, ed io ne ho sprecati già 30. Mi rimane poco tempo.... forse se provo a fare un po' di rumore...
Mi alzo per rifarmi il trucco, mi guardo allo specchio, in piedi ti do le spalle, mi metto il rossetto e intravedo riflesso te che ti infili una mano.... dove???
Mi giro quasi di scatto, invece hai semplicemente preso il telefonino dalla tasca dei tuoi jeans...ma che tensione!
E te ne ritorni beatamente nella tua posizione... ma davvero dormi? E se ora così, improvvisamente mi mettessi a cavalcioni sopra di te? Che faresti? E perché ti sei sdraiato proprio così, con il bacino sollevato, quasi a provocarmi? Perché??
Mancano pochi minuti... il mio sogno sta svanendo... mi alzo, prendo le mie cose e mentre apro la porta dello scompartimento tu, che hai un piede appoggiato lì sopra, invece di sussultare, apri quella gamba accompagnando il movimento della porta, offrendomi di nuovo quella visione di un corpo abbandonato ed offerto. Ma allora non dormivi!!!

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CI APPARTENIAMO




Ci apparteniamo
come due cani randagi che si riconoscono nella notte
E al buio
Si annusano, si identificano
Si dominano l’un l’altro
Forse per un’ ora soltanto
O forse per tutta la notte
Fieri nella loro libertà vagabonda.
Ma sempre torneranno a cercarsi
bisognosi di un rifugio e di cibo
nutrendosi l’uno dell’altro
straziandosi il cuore e le carni
possedendosi totalmente
e poi separandosi nuovamente
Ed infine ritrovandosi.
Sempre



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ED IO TRA DI VOI



Io tra di voi, tu ed il tuo amico… oggi me ne hai presentato un altro. Ma stavolta non ho voglia di essere un giocattolo tra le tue mani, oggi decido io.
Io tra di voi, sul sedile posteriore della tua bellissima e costosissima automobile. Intorno la penombra e gli alberi a coprirci. Quattro mani su di me, sopra i miei seni, mi stringono i capezzoli, mi frugano tra le gambe, si insinuano sotto l'elastico delle mutandine. Non capisco se sei tu od è lui che ora ha infilato due dita nella mia fica…chiudo gli occhi e riconosco le tue mani, il tuo modo di toccarmi, mentre le sue dita sono più ruvide, più grandi le mani che mi afferrano il seno con forza, senza alcuna dolcezza. Una mano mi solleva leggermente, per permettere ad altre dita di avanzare lungo le natiche fino all’ano, accarezzano l’anello e lo dilatano. Mi sento esplorata, frugata fin nelle viscere mentre il miele mi cola dalle cosce. Due bocche succhiano i miei capezzoli, simultaneamente, come in uno specchio, compiendo gli stessi gesti. Sento i vostri sospiri eccitati, immagino i vostri sessi gonfi sotto la stoffa dei pantaloni… allungo le mani e colgo la vostra eccitazione, mentre un calore mi pervade inaspettatamente, e godo con le vostre dita dentro di me, con le vostre bocche su di me.




Finalmente apro gli occhi, e vedo i tuoi che brillano, e so che questo è soltanto l’inizio del nostro gioco. Ti apri la cerniera, e lui fa altrettanto. I vostri cazzi sono belli ed eretti.. il suo è il più grosso che abbia mai visto, me l’avevi promesso che mi avresti portato uno bello grande. Ha una cappella enorme, le vene in rilievo che sembrano scoppiare. Io tra di voi… ora li prendo in mano, uno a destra ed uno a sinistra, come due scettri, mi sento la regina dei cazzi mentre muovo le mani su e giù, dedicandomi al vostro piacere. Poi mi abbasso, lecco prima l uno e poi l'altro,in una danza equilibrata ed armonica, due, tre succhiate a destra e due a sinistra mentre la mia bocca si allontana la mia mano continua il lavoro… Ma improvvisamente perdo il ritmo, rimango incollata più tempo su quella grande cappella, fino ad escluderti del tutto. Voglio fare quello che voglio, oggi. Dopo un po’, inaspettatamente, tu apri la portiera dalla tua parte e scendi, lasciandoci soli. Questo colpo di scena è imprevisto, non me l’aspettavo. Ti avvii verso il boschetto e sei inghiottito dall oscurità, non ti vedo più. Continuo a dedicarmi a quel cazzo, succhiandolo, leccandolo. Poi lui lui me lo spinge in gola fino a farlo esplodere dentro la mia bocca. Bevo il suo sperma, ha un sapore diverso dal tuo… ma la mia mente è a te… cosa starai facendo da solo, perché non sei qui a guardarmi mentre faccio godere il tuo amico? Ho bisogno dei tuoi occhi, mi rifletto nei tuoi occhi.
Ma ecco che ritorni, butti uno sguardo dal finestrino, apri la portiera davanti quasi scusandoti:
- Fa freddo fuori.
Ti siedi al tuo posto, dalla parte del guidatore dandoci le spalle e rimanendo in silenzio, mentre noi dietro continuiamo.
Non voglio perdere un istante, nel frattempo lo prendo in mano, lo accarezzo, basta poco che ritorna duro come prima … mi sollevo e mi impalo sopra quel cazzo scopandolo seduta sopra di lui, le gambe avvinghiate alla sua schiena. Mi muovo su e giù infilandomelo tutto dentro a mio piacimento, è durissimo e così lungo che mi fa male. Continuo come se tu non esistessi... però mi senti, vero? Mi senti, come sto godendo? Adesso godo ancora di più ed urlo.
Mi hai sentito bene, mi hai sentito? Non ti piace più guardarmi ora?
Ecco, oggi ho fatto da sola. Quanto ti odio, amore mio.








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DOMINIO



Il piacere è tale che è impossibile che qualcosa gli nuoccia e che l’oggetto, godendone, non sia trasportato al settimo cielo. Nessun piacere è simile a questo, nessuno può così completamente soddisfare l’uno e l’altro degli individui che vi si dedichino, ed è difficile che coloro che l’hanno provato possano essere attratti da un altro.

Donatien-Alfonse-Françoise De Sade

MORSI




Amo sentire i tuoi denti che affondano nella mia carne bianca
I tuoi canini stringono lasciandomi il segno,
affilati
contro la morbidezza della mia pelle.
Amo quando penetrano nella mia nuca, più in basso,
mentre mi prendi da dietro
Più forte, ti dico, mordi più forte mentre inarco la mia schiena come un felino,
Come una tigre ruggisco

E poi i segni del tuo passaggio sul mio corpo
L' impronta dei tuoi polpastrelli sui miei seni
Per giorni
Prima rossi poi bluastri ed infine violacei
Sul tessuto della mia pelle risaltano come dei fiori
Ricamati dalla tua bocca

Seguo le loro evoluzioni, il loro cambiamento
ogni giorno
Sono tracce di te su di me
Il tuo marchio su di me
e vorrei non sbiadisse mai...

V.


©Copyright 2010- I racconti erotici di Vuerre

PREGHIERA




... a te, mio Signore....

venerdì 11 giugno 2010

LA TOMBA ETRUSCA



Piove, il terreno umido fa affondare i miei tacchi nell'erba bagnata. Nelle mie narici odore di muschio, odore di fieno.
Ti conosco appena, eppure mi sono fidata di te. Male.
Mi hai portato a pranzo in un ristorante vicino ad una zona archeologica di Roma, ed ora, eccomi qui… ma dove mi stai portando?

Ti seguo con curiosità, mi hai promesso che mi farai vedere una tomba di epoca etrusca. Sai che qui se ne trova una che pochi conoscono, hai lavorato ai restauri che hanno permesso di riaprirla al pubblico. Eppure oggi non c'è nessuno, a Roma basta un po' di pioggia perché tutto si fermi. Ecco perché il custode all'ingresso ci guarda con curiosità, o forse ha già capito quello che non ho capito io, piccola ingenua che sono. Arriviamo a un grande tumulo di terra, ricoperto da erba verde, c'è un'apertura e noi ci entriamo. Ecco che mentre scendo le ripide scale, avverto di nuovo quell'odore di muffa, di tufo fradicio e comincio ad avere paura. Ma perché sono qui?

Giriamo intorno alla pianta circolare, al centro un muro umido e trasudante di roccia tufacea. Mi sento come un animale in trappola, sottoterra, voglio uscire subito da questo posto, e completato il giro comincio a risalire velocemente le scale. Tu mi segui, sento i tuoi passi sui gradini dietro di me.

:- "Io vivo di emozioni- "frase improbabile da dire mentre si appoggia una mano sul culo di una donna, eppure ti è uscita così, come fosse stata preparata ad arte. E un attimo dopo io giro la testa e la tua lingua invade la mia bocca, mentre io rimango su un gradino al di sopra di te, sento le tue mani sopra la stoffa della gonna, sopra i glutei, e poi le dita che si insinuano sotto, accarezzano le gambe e il ricamo delle mie autoreggenti, poi salgono più su, verso quella striscia di carne bianca, delicate ma al tempo stesso decise, sanno dove andare. Spostano l'elastico delle mutandine e si intrufolano tra la mia peluria, si fanno strada tra le grandi labbra fino dentro il mio sesso e vi affondano, senza nessuna reticenza da parte mia.
La testa mi scoppia, vorrei continuare a salire quei gradini, mentre vedo dall'apertura in cima alle scale la pioggia che continua a scendere, e nessun rumore intorno, solo il tuo respiro vicino al mio orecchio. Eppure non lo faccio, rimango li su quel gradino, come impietrita, gli occhi alla pioggia e la testa da un'altra parte. Perché vorrei scappare, e non riesco a muovermi, mentre sento il mio fiore di carne che si schiude, facendo colare il nettare sulle tue dita, sulla tua mano. Lentamente mi giro del tutto, ma ancora non scendo da quel gradino, come avessi i piedi incollati. Non posso più negare la mia eccitazione, tu non hai distolto le tue dita da dentro di me, ma ora ne sfili uno intriso delle mie gocce di piacere e te lo porti alla bocca, assaporandone il gusto.
- Come sei buona, mi fai venire voglia di mangiarti.
Scendi di qualche gradino ed ora sei con il viso di fronte al mio centro pulsante, lo guardi, lo baci, con tocchi leggeri delle labbra, poi sento la punta della tua lingua sul clitoride indurito…scende e risale nuovamente, si muove dolcemente provocandomi delle leggere scosse, succhi le mie labbra bagnate mentre nuovamente le tue dita mi esplorano… ne sento due dentro di me che si muovono ritmicamente, simulando quello che tra poco farà il tuo sesso, così immagino. Non posso trattenere un gemito di piacere, le mie gambe si piegano e cedono facendomi cadere in avanti, sopra di te che mi accogli tra le tue braccia, mi sollevi ed atterro in quell’antro umido. Caldo e umido dentro di me, freddo e umido fuori.




Ora siamo al centro della tomba, in un passaggio stretto, mi baci nuovamente facendomi sentire il sapore che è rimasto sulle tue labbra. E’ come assaggiare me stessa, mi scopro leggermente salata ma con un fondo di dolce, tenero. E’ diverso dal sapore di un uomo, più forte e deciso. Mi piaccio.
Siamo uno di fronte all’altro, ora, sento la tua eccitazione, la tua virilità contro il mio pube irrigidirsi, ti strofini sulla mia fessura gocciolante ed ho voglia di vederlo, di sentirlo. Allungo una mano verso il tuo sesso, ti apro la cerniera e lo prendo, lo accarezzo dolcemente solo con il pollice tenendo ferme le altre dita, mentre lo sento crescere nella mia mano. Adoro vederlo così, che si gonfia al massimo, così turgido con le vene gonfie, la cappella tesa e liscia. Solo ora la mia stretta si fa più decisa, vado su e giù guardandoti negli occhi, mi piace il tuo sguardo pieno di desiderio. Mi baci con gratitudine, la tua lingua non è ancora sazia, ma ora sono io che ho voglia di assaggiarti..

Scendo lentamente rimanendo accovacciata in equilibrio, senza inginocchiarmi sul terreno fradicio. Ora sono io che mi gusto il tuo odore, il tuo sapore… annusandolo, leccandolo sulla punta, girandoci intorno con la lingua e poi succhiandolo, prendendolo in bocca tutto mentre tu, in piedi , mi accarezzi i capelli ed accompagni il mio movimento con la mano, muovendoti dentro la mia bocca. Sollevo lo sguardo verso di te, ma tu non mi fai finire, senza parlare mi blocchi, mi prendi per le braccia e mi aiuti a sollevarmi, mi rigiri e mi appoggi al muro umido di fronte a noi. Mi sollevi del tutto la gonna, mi togli le mutandine e mi accarezzi i glutei, prima delicatamente, poi più rudemente mi apri le natiche e ti abbassi a leccare nuovamente il mio nettare, insinuando la lingua dentro la mia fica, poi risalendo verso l’alto arrivando al mio ano, leccando anche quello. Mi sento completamente in tua balia, totalmente arresa, e mentre continui a lambirmi introduci un dito nella mia fica ed un altro nell’ ano che si apre facilmente lubrificato dai miei e dai tuoi fluidi.

Ora lo voglio, lo voglio dentro di me… tu sembra che abbia sentito la mia richiesta mentale, ti sollevi e sento il tuo cazzo eretto che si fa strada per entrare in me…. La mia fica è così umida che il tuo uccello scivola dolcemente in me arrivando fino in fondo. Io rimango con le mani e le braccia appoggiate sul tufo fradicio, in piedi, mentre tu ti muovi dentro di me, lentamente. Il sentirmi gemere ti eccita, i tuoi colpi si fanno sempre più decisi, mi prendi per i fianchi e mi attiri verso di te. Alterni movimenti più bruschi con altri più lenti, mi cingi il petto dolcemente, le tue mani mi scoprono i seni che escono dalla costrizione del reggiseno, ed ora si aprono a coppa sulle mie soffici rotondità, me le contengono delicatamente, mentre i tuoi colpi sono violenti; il tuo sesso è duro e le tue mani morbide. Un continuo alternarsi di dolcezza e ruvidità: in basso, nelle mie profondità, avverto la tua forza, verso l’alto la tua delicatezza. Mi sposti i capelli dalla nuca, mentre mi mordicchi il collo ed avverto dei brividi lungo tutta la schiena, la inarco.



Tu cogli il mio invito, esci dalla mia fica per insinuare il tuo cazzo bagnato dei miei umori tra le mie natiche, ritrovando il buchino che avevi appena dilatato. Ci appoggi la cappella e la spingi delicatamente, facendolo cedere ed aprire intorno al tuo cilindro di carne, piano, millimetro dopo millimetro. Una volta che sei tutto dentro cominci a muoverti con colpi più decisi, avverto un leggero spasimo iniziale che presto cede il posto al piacere, mi rilascio e mi abbandono ad un sentimento diverso, più profondo, mi offro totalmente a te.
Intanto le tue dita mi prendono i capezzoli, me li torturano, ora sono diventate severe mentre quel brivido continua e li rende ancora più turgidi. Poi la tua mano scivola sul mio clitoride, lo accarezza mentre sento i miei umori che mi colano tra le gambe, le gocce scivolano sulle cosce aperte… mi sembra di impazzire. La mia eccitazione esalta anche te, lo sento sempre più duro, mi riempi e mi dilati sempre più, più a fondo, fino a farmi godere, in un orgasmo che parte dalle viscere, mi scuote e mi fa vibrare tutta, le gambe, i glutei si contraggono mentre grido così forte che mi copri la bocca con una mano perché non mi sentano.
Ma nessuno può sentirci ora, siamo soli in un alone freddo imbevuto di morte, sottoterra, in silenzio, senza parlare. Amore e morte, Eros e Tanathos, la mia piccola morte e la tua, preceduta da pulsazioni dentro di me, fino alla tua esplosione, come una vampa, al calore che mi invade. Rimani dentro di me… dammi il tuo seme, ora. Dammi la tua vita.



©Copyright 2010- I racconti erotici di Vuerre

L'UFFICIO


Mi ha chiamato prestissimo questa mattina con la scusa degli auguri di Natale, mancano pochi giorni:
- "Ho un regalino per te, vedrai, ti piacerà molto… "
Ha quasi sussurato al telefono.
- " Ti aspetto oggi pomeriggio, sul presto, che non c'è nessuno in ufficio
. Ripenso alla sua voce allusiva mentre mi preparo per l'appuntamento, il pensiero di vederlo tra poche ore mi eccita, e mi vesto quasi in trance. Decido di indossare un completino blu, reggiseno e perizoma con una canottierina con fiori di pizzo trasparente dello stesso colore. Mi sembra non l'abbia mai messa con lui. …..

Mi ha aspettato sotto l’ufficio, lo scorgo da lontano, chiuso nel suo giaccone, le spalle un po' piegate e raccolte per il freddo… chissà quanto è che mi aspetta… l’ansia di vedermi l’avrà fatto scendere in anticipo. Mentre mi avvicino ecco che mi vede, lo guardo dritto negli occhi, ma lui non sostiene il mio sguardo, che immediatamente si abbassa. Bisbiglia appena un "Ciao" e mi volta subito le spalle, con un veloce giro su se stesso, mi precede e cammina velocemente davanti a me.

Hai tanta voglia, vero? L'ho capito dai tuoi occhi, lo intuisco dalla velocità dei tuoi passi. Immagino il tuo cazzo dentro gli slip, nascosto dagli strati degli abiti invernali. Immagino che già si sta risvegliando…al telefono mi dici sempre che ti basta la mia voce per fartelo diventare duro… ed ora che sono qui… cosa starai provando ora?

Entriamo in un grande androne, siamo come sospesi in questo silenzio pesantissimo, aspettiamo l’ascensore e saliamo. Appena le porte si chiudono comincia a toccarmi, il mio cappotto è aperto e lui prende i miei seni, li stringe con forza, trova i capezzoli che si sono già induriti sotto la sottile barriera della stoffa e con le dita e me li tortura dolcemente. Le sue mani tentano di infilarsi sotto il cardigan, arrivano a sfiorare la mia pelle. Sento un languore al basso ventre, come un calore che sale dal basso fino nella pancia, che mi attorciglia lo stomaco….. Anche lui è eccitato, lo percepisco dal suo respiro, ed allora anche io allungo la mia mano verso di lui, lì, tra le cosce e lo trovo duro… così duro che me lo immagino uscire dalle mutande, la cappella che sbuca dall’elastico e che gli fa male..
Ecco che l'ascensore rallenta, le porte si aprono e ci ricomponiamo un po’… per fortuna non c’è nessuno. Mentre esco sento la mia fica che si addolcisce, una piccola lacrima l'abbandona proprio mentre comincio a muovermi.




Veloci dobbiamo fare veloci, prima che qualcuno ci veda. Camminiamo ed ancora camminiamo per il lungo corridoio silenziosi come due ladri, lui sempre avanti che mi fa strada ed io dietro. Cerco di non fare rumore con i miei tacchi. Questa leggera ansia fa salire la mia eccitazione.
Ecco il suo ufficio finalmente, ha una porta a vetri che apre con una chiave, e solo ora leggo il suo cognome…MA… solo ora realizzo che dopo tante volte che ci siamo incontrati non so neanche come si chiama. Si potrebbe dire che non ci conosciamo… lui non mi chiede niente, io non gli chiedo niente. Mi cerca quando ha voglia di scopare, così, frettolosamente, velocemente, come fosse un piacere rubato e d’altra parte lo è perché siamo impegnati, perché possiamo dedicarci solo qualche ora, qualche minuto di una qualsiasi giornata, una giornata di lavoro che diventa speciale solo per poco tempo. Poi, dopo, velocemente, tutto ritorna come prima, ognuno alla sua quotidianità con addosso un'emozione in più, un ricordo per i giorni a venire, un odore che rimarrà sulla pelle fino a che non verrà lavato via da un altro giorno, da altre mani che ti toccano in altro modo, da altri ricordi che si sovrappongono.

Appena entriamo richiude subito la porta a chiave, sposta una sedia e ci si siede sopra.
Io so già quello che vuole, e senza parlare mi inginocchio davanti a lui, gli apro la cerniera e libero il suo cazzo gonfio da quella prigione. Eccolo finalmente… tanto duro che la cappella è rossa.
La lecco un pochino per rinfrescarla e farla riprendere da quella costrizione. Lui sembra gradire allora continuo con la lingua su e giù per tutta l’asta ma ancora non lo prendo in bocca. Mi piace sentire il suo desiderio che sale sempre più, ma non è ancora il momento. Dovrai aspettare!
Intanto lo lascio un attimo e comincio a sbottonarmi il cardigan.
Se ne sta così seduto con il cazzo duro, i pantaloni abbassati, mi guarda mente io mi libero del maglione e scopro la canottiera blu di pizzo trasparente, mi avvicino, sgancio il reggiseno, lo sollevo e lui intravede i miei seni gonfi da quella stoffa blu. Sospira qualcosa ma non riesco a capire, poi avvolge i miei seni con le sue piccole mani, tanto piccole che non riesce a contenerli tutti: - Che tette… che tette che hai…

Mi inginocchio nuovamente, glie lo prendo e lo infilo tra i seni, con le mani li stringo ai lati come a farlo soffocare lì in mezzo, lui lo muove su e giù ed intanto io con la lingua gli lecco la cappella quando esce fuori.




- Oddio così mi fai venire subito!
Quasi un urlo. Mi blocca il corpo. No, non devi venire ora, non ancora, voglio succhiartelo per bene e non ho nemmeno cominciato. Dopo un po’ mi spinge la testa nuovamente lì, verso il suo sesso eretto.
Stavolta glie lo prendo in bocca, tutto dentro, su e giù, ogni tanto mi fermo a guardarlo e a leccarlo un po’. Mi piace vederlo così duro, le vene gonfie che sembrano quasi scoppiare, mi piace leggere nei suoi occhi il desiderio e lo guardo negli occhi mentre lo spompino. So che gli piace, so che agli uomini piace quello sguardo dal basso, perché sembri sottomessa, che sei nelle loro mani. In realtà sono io che ho il potere, io che li ho in pugno e che conduco il gioco, io che tengo il loro delicatissimo sesso nella mia bocca che è morbida e calda, ma può anche mordere. Se voglio posso staccartelo con i denti in un colpo solo, sai? Ma non lo faccio.. anche se mi piace mordicchiarlo un pò appena appena sulla cappella e poi leccarlo tutto intorno come con un gelato. E riprenderlo ancora dentro e succhiarlo forte fino a farlo godere, sentire la cappella che si gonfia sempre più, poco prima di arrivare a quell’esplosione. Mi schizza direttamente in gola, quasi mi soffoca con il suo sperma e non posso fare altro che inghiottire, mentre lo sento gemere, mentre sento le sue scariche dentro la mia bocca, una, due, tre volte. E poi solo delle leggere vibrazioni, come delle scosse.

"Solo tu ci riesci, solo tu mi fai venire così… subito" La sua voce ora è più calda e rilassata..
Rimane un attimo così in estasi mentre io mi ricompongo. Ho nella bocca il sapore del suo sperma, del suo sesso e mi piace assaporarlo ancora un po'. Lo guardo così abbandonato, con gli occhi chiusi, ma dopo poco la sua mano si risveglia, e risale lungo la mia gamba, sopra la pesante stoffa dei miei jeans neri. All'improvviso apre gli occhi, la mano ora è in mezzo alle mie cosce, percepisco il suo calore e lui il mio. Mi prende per i fianchi e mi rigira di fronte a sé, apre la cerniera e mi abbassa i pantaloni che scendono appena a metà coscia. Sento le sue dita che frugano sotto il perizoma, si insinuano con dolcezza fino ad arrivare alla mia fessura gocciolante di piacere.
- Ma sei bagnata! –
Perché ti stupisci, mio caro, perché vi stupite sempre nel trovarmi eccitata quando mi dedico al vostro piacere? Forse che pensiate che lo faccia solo per voi?

Mentre mi perdo in queste riflessioni lui all'improvviso ha un sussulto e ritrae velocemente le sue dita da dentro di me.

- Il regalo! Ti devo dare il regalo!
E mentre lo dice una strana luce balena nei suoi occhi, di eccitazione mista a gioia. Apre con la chiave il cassetto della scrivania e tira fuori un pacchetto rettangolare, la carta è scura, non riesco a percepire dalla forma cosa possa essere. Me lo appoggia sulla mano come se fosse qualcosa di preziosissimo e delicato mentre mi dice:

- Tieni, è tuo….

Mi sento come una bambina che scarta i regali sotto l'albero il giorno di Natale, sono curiosissima e stuzzicata dalle sue occhiate allusive, e strappo la carta del pacchetto senza pensarci troppo.
Ecco allora che una scatola trasparente ne rivela il contenuto: è un fallo, un bellissimo vibratore dalla forma e sembianze molto realistiche, proprio come piacciono a me! Ne avevamo parlato, tempo fa, e si è ricordato dei miei gusti.

- "Ma dai! Che bello! E' tutto per me?"
Sono eccitata e confusa dall'imbarazzo, non credevo sul serio potesse comprarmelo, era un giochino verbale quello che avevamo fatto al telefono, ed invece…
Lo tiro fuori dall'astuccio, sembra proprio vero, è morbido e con le vene il rilievo, anche il colore è naturale, lo prendo in mano e mi sembra così strano che non faccia parte di nessun corpo… è solo un oggetto inanimato.

- "Però lo tengo io qui, voglio che lo usi solo con me, sarà il nostro piccolo segreto."
- "Va bene."

E mentre finisco la frase comincia a baciarmi, mi mette una mano su un seno e raggiunge il capezzolo, non appena lo sfiora si indurisce. L'altra mano ritorna ad insinuarsi tra le mie cosce, là dove le sue dita mi avevano lasciato poco fa, riprendendo quella dolce esplorazione. La mia eccitazione è palese, lui se ne accorge, si abbassa e comincia a baciarmi tra le grandi labbra, e con la punta della lingua intorno al clitoride, mentre beve il succo che continua ad uscire da me.







Io rilascio le dita che tenevo serrate, e ciò che prima tenevo stretto finisce sulla scrivania come un arnese inutile. Sono in piedi ma così rilassata, che devo appoggiarmi al tavolo per non cadere. Lui capisce, si solleva e rigirandomi mi sussurra all'orecchio:
- "Vieni, mettiti così…"
Mi fa mettere piegata, con i gomiti appoggiati alla scrivania, le mani sopra le carte che lui intanto tenta di spostare, mentre rimane incollato dietro di me. Percepisco la sua eccitazione, il suo fiato caldo vicino al collo, mi mordicchia leggermente proprio sotto l'orecchio mentre sento il suo cazzo duro che si struscia sopra le mie natiche, ed infine mi divarica leggermente le gambe ed entra dentro di me, senza nessuna difficoltà, si infila come la lama calda di un coltello che entra nel burro, facendomi sciogliere e sciogliere ancora. Come burro fuso. Non riesco a trattenere un gemito ma lui mi continua a bisbigliare - Sssshhhhh nell'orecchio, perché dobbiamo fare piano, non dobbiamo farci sentire. Mi eccita che mi parli piano, questa tensione e timore di essere scoperti . Mi giro un attimo verso la porta e mi rendo conto solo ora che siamo vicinissimi, che la smerigliatura del vetro non basterebbe a coprirci, se qualcuno vedesse dei movimenti sarebbe tutto così evidente…. E mentre la leggera ansia aumenta le mie pulsazioni, lui entra ed esce dentro di me con forza ma in silenzio, cercando di non far rumore. Mi abbasso ancora di più sul tavolo, mi ci stendo quasi sopra, lo voglio sentire tutto dentro fino in fondo…. ed intanto i fogli e le scartoffie volano via dalla scrivania, incuranti di tutto. Mi piace stare in questa posizione, mi sento sbattuta e riempita dal suo cazzo che diventa sempre più duro, si addossa alle pareti della mia fica dilatandola ancora di più. E mentre mi sento così piena lui improvvisamente si ferma e si ritrae, ma con una mano sulle natiche mi tiene ferma in quella posizione. Perché? Non riesco a capire né a vedere cosa succede dietro la mia schiena, giro leggermente la testa ma non lo scorgo, percepisco dei movimenti sul tavolo e forse ho capito cosa ha intenzione di fare… va bene rimango così ferma, non mi muovo.
Ecco che torna più vicino, con le mani mi apre le natiche e me le bacia. Ci insinua la lingua che accarezza l'anello e con un dito comincia ad allargarmelo un po', lo bagna con i miei umori, e poi anche con la sua saliva… mi sembra di impazzire mentre ci infila ancora un altro dito…sento che non fa resistenza, sono completamente rilassata ed abbandonata mentre continua a muovere le sue dita dentro di me….. Ora ti voglio dentro di me,voglio il tuo cazzo ora. Ed ecco che sfila le dita mentre io rimango in attesa senza muovermi, so già cosa mi aspetta. Lo appoggia sul buchino tra le natiche, lo divarica e poi comincia a spingerlo dentro piano. E’ così grosso e non è caldo, capisco che non è il suo cazzo. Ha preso il vibratore e mi sta inculando con quello.

- Fai piano fai piano che mi fai male!

Mi irrigidisco e mi contraggo, sento gli anelli dello sfintere che si stringono intorno ad un cazzo di gomma, potrei stringere ancora un po' e buttarlo fuori, come un corpo estraneo…

- Si si scusa, faccio piano, ecco, va bene così? Piano piano….ecco …

E di nuovo mi fa riaprire come un fiore che sboccia, non oppongo più resistenza, ora, e facilmente lo affonda dentro di me, riesce a farmelo entrare tutto dentro, lo sento…. Il dolore iniziale si è trasformato in piacere, una sensazione così forte che mi toglie il fiato, vorrei urlare ma reprimo la mia voce, mi escono solo dei sommessi mugolii
Il suo sesso che finora si era strusciato sulle mie natiche, ora sento che si fa strada tra le grandi labbra ed entra nuovamente in me. Mi fa divaricare bene le gambe per mettermelo dentro fino in fondo mentre con la mano tiene l'altro di gomma al suo posto. Davanti e dietro, mi sento impalata, riempita fino nel ventre, nelle viscere, e immagino che ci sia un altro uomo con lui, un altro che mi fotte così , senza parlare, come è accaduto altre volte, proprio con lui.
Me lo sussurra all'orecchio:
- Ti piacerebbe che fosse un altro cazzo, vero? ma ora sei solo mia!

Ora mi vuoi tutta per te, vero? E non gli diciamo niente, no, al tuo collega, lo lasciamo fuori da questa porta. Il mio amante depravato che ama vedermi insieme ad altri uomini, ma che improvvisamente diventa possessivo se si sente privato del suo giocattolo, o se, ancor peggio, la sua bambolina decide di fare tutto da sola, di godere senza la sua presenza, in uno sprazzo di autonomia.

Mentre siamo così incastrati, avvinghiati, improvvisamente un'ombra dietro il vetro, la maniglia che si abbassa repentinamente mentre la porta rimane chiusa. Mi chiude la bocca con una mano e rimaniamo immobili, la mia schiena contro il suo ventre, non un sospiro, non una parola fra noi. Resta dentro di me, rimangono dentro di me tutti e due, e mentre il cuore mi arriva fino in gola sento che non ha perso la tua erezione, è ancora duro dentro di me. Passa qualche secondo e dall'altra parte del vetro ritorna il silenzio e lui riprende a muoversi, prima lentamente, poi sbattendomi sempre più forte, mi prende i seni che si muovono sopra la scrivania, me li avvolge tutti e due in un abbraccio, strizzandomi i capezzoli, tirandomeli forte mentre continua a muoversi, sa quanto mi fa godere quando me li tocca così, e muovendosi con il suo corpo spinge anche l'altro cazzo dentro di me. Il mio orgasmo arriva all'improvviso, liberatorio, come un 'onda che sale dal mio clitoride, dalla mia fica, dal mio culo, passando per le viscere e lo stomaco. Arrivato alla gola finalmente si libera .
Poco dopo sento il suo cazzo che si gonfia e si indurisce sempre più dentro di me, e capisco che sta per venire, affonda due, tre volte e poi lo ritrae appena in tempo, percepisco i fiotti del tuo sperma caldo sopra le mie natiche. Per un attimo si abbandona sopra di me, ma le mie gambe tremano e non sostengono più quella posizione, sono irrigidita e stanca, le braccia mi fanno male, i seni sono schiacciati sopra la scrivania, mi sollevo lentamente e piano piano mi sfila anche il cazzo di gomma. E’ uscito da me, sono usciti da me, e la sensazione di vuoto che provo all'improvviso mi è insopportabile.




Mentre ci rivestiamo mi dice:

"Sai di chi è questa scrivania? E' la sua… l'ho fatto apposta a farlo qui sopra, spero che domani noti la confusione e se ne accorga.

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tdx